Durante l’estate si è sviluppato il focus albanese del progetto, con l’ideazione, le sessioni di workshop e la creazione teatrale, coordinate da Stefan Çapaliku, con il coinvolgimento di oltre 70 persone. Il progetto performativo si è concentrato sul rapporto con i confini, visto dalla prospettiva dell’Albania, paese che ha vissuto decenni di “reclusione” prima di poterli superare.
Drammaturgia di Lekë Tasi, Stefan Çapaliku e Ledian Gjeçi, regia di Stefan Çapaliku, scenografia di Ergys Vela, con Lekë Tasi e Ledian Gjeçi.
Lo spettacolo “Noe 2” si è quindi concentrato sulla figura simbolica di un nuovo Noè, personificato da una figura rappresentativa della cultura albanese, Lekë Tasi, artista visivo, musicista e scrittore, classe 1929, internato per 15 anni in un villaggio sperduto e, dopo la caduta del comunismo, tornato al centro del panorama artistico albanese: è il “Noè” depositario della memoria, che ha condiviso con le decine di partecipanti al workshop e alla performance finale, che si è svolta il 21 agosto a Scutari.